Club 801 - Articolo sullo Yaoi

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    Direttamente dal secondo volume di "Mi Vergogno Da Morire" (in originale "Bokuyou Na Silent"), trascrivo un articolo interessantissimo sullo yaoi.
    Niente di quanto qui riportato è opera mia, ma appartiene alla Magic Press ( www.magicpress.it/ ).

    801 CLUB


    A
    vete mai provato a cercare su Wikipedia il significato della parola yaoi?
    Secondo Wikipedia lo "yaoi (やおい) è un genere hentai focalizzato su relazioni sessuali omosessuali tra protagonisti maschili (corrispondente al femminile yuri)".
    Niente di più sbagliato! Lo yaoi, così come lo shonen-ai, non sono generi hentai, benchè la maggior parte delle volte compaiano scene di sesso. La parola hentai (変態) si riferisce ad una qualsiasi perversione sessuale; è composta dai kanji 変 (hen "strano") e 態 (tai "attitudine") e in occidente viene comunemente usata per fare riferimento ai seinen comics (seinen scritto con i kanji 成年, da non confondere con l'omofono 青年 che viene usato per i manga pensati per lettori adulti come "20th Century Boys" o "Record of the Venus Wars"), ovvero i manga vietati ai minori per uomini. Definire lo yaoi come un sottogruppo dell'hentai è inesatto.
    Guardiamo più in generale ai target di manga che esistono, e prendiamo il classico manga per ragazze, lo shōjo: possiamo dire che lo yaoi è uno shōjo in cui ci sono solo relazioni tra personaggi di sesso maschile, e questo fa dello yaoi una tipologia di manga rivolta soprattutto ad un pubblico femminile.
    Sono state delle donne, Yasuko Sakata e Akiko Hatsu, a coniare, nel 1970, il termine yaoi. Eppure, l'idea nasce molti anni prima, con un movimento letterario denominato 24年組, Nijūyo-nen Gumi (tradotto "gruppo del 24"). Si trattava di un gruppo di mangaka che rivoluzionò il mondo degli shōjo manga, introducendo temi innovativi e filosofici all'interno delle storie, legati spesso alla sessualità e alla psicologia dei protagonisti, senza limitare le tematiche a banali e lineari storielle romantiche, tutte rispondenti il medesimo filone narrativo. Due sono state le correnti principali: la 花の24年組, Hana no Nijūyo-nen Gumi (gruppo dei Fiori del 24), della quale faceva parte anche Riyoko Ikeda ("Versailles no Bara", "Eroica"), nata all'inizio degli anni settanta, e il Post gruppo del 24, che, sulla scia delle autrici del primo gruppo, ha proseguito nella loro stessa direzione innovativa. Proprio di questo secondo gruppo facevano parte le già citate Yasuko Sakata e Akiko Hatsu.
    Il termine yaoi letteralmente significa yama nashi, ochi nashi, imi nashi (ヤマなし、オチなし、意味なし ovvero "nessun punto di partenza, nessun climax, nessun significato"). Le fan, però, ne hanno dato anche un altro acronimo: yamete, oshiri ga itai (やめて お尻が 痛い ovvero "smettila, mi fa male il sedere!"). Questa definizione è diventata di uso comune sono 10 anni dopo la sua nascita: inizialmente i manga yaoi venivano chiamati june (ジュネ), nome preso dall'omonima rivista che li pubblicava e che li pubblica tutt'ora.
    Una curiosità sul significato della parola yaoi: molte volte i Giapponesi usano abbreviare o trasformare le parole con i numeri, che, letti in una delle loro pronunce, ricordano appunto il suono del termine stesso; per la parola yaoi il numero è 801, perchè se proviamo a leggere l'"8" con la lettura abbreviata, ovvero "ya", lo "0" come se fosse una "o" e l'"1" finale sempre con la sua lettura abbreviata, cioè "i", il suono risultante è proprio "yaoi".
    Come possiamo distinguere uno yaoi da un Men's Comics o Gay Comics? Semplice. I bara o ML sono disegnati da uomini e rivolti esclusivamente ad un pubblico maschile omosessuale. La differenza più evidente sta nel modo di disegnare: seppure in tempi recenti sia stato introdotto nel mondo dello yaoi il genere gachi muchi (nel quale gli uomini vengono disegnati con un aspetto mascolino), solitamente i protagonisti si presentano con lineamenti molto delicati, tanto quasi da sembrare donne o anche bambini. Gli yaoi, inoltre, sono contraddistinti da tutti quegli elementi grafici caratteristici dei fumetti romantici (come i fiori, le lacrime, i luccichii, gli sfondi chiari e le tipiche espressioni di vergogna femminili) proprio perchè sono una sottocategoria degli shōjo manga.
    Nel corso degli anni sono state sviluppate diverse sfumature del genere yaoi, come gli shōnen ai e gli shotacon. La parola shōnen ai (少年愛 composta dai kanji di ragazzo e amore) inizialmente in Giappone indicava l'efebofilia (storie di sesso tra un adulto ed un ragazzo) e la pederastia (storie di sesso tra un adulto ed un bambino), ma, all'inizio degli anni Ottanta, le stesse autrici del "gruppo del 24" hanno attribuito il significato d'uso corrente. E' opinione comune che la differenza principale tra gli yaoi e gli shōnen ai risieda nella presenza, nei primi, di scene di sesso esplicito. Questa visione dei due generi è veritiera solo in parte: la distinzione fondamentale riguarda le storie in sè. Le autrici di shōnen ai preferiscono concentrarsi su storie dai tratti drammatici e con un profondo contenuto filosofico; le prime disegnatrici speravano così di veicolare dei messaggi importanti tramite le loro storie, catturando l'attenzione delle lettrici con la presenza di bellissimi e affascinanti protagonisti maschili.
    Lo shotacon (ショタコン), o shota, indica l'attrazione provata da un "adulto" nei confronti di giovani ragazzi o bambini; il termine shotacon deriva dall'abbreviazione di "Shotaro Complex", che trova la sua origine nel nome del bambino protagonista del manga "Tetsujin 28-Go", chiamato, per l'appunto, Shotaro. Questa parola è entrata nel vocabolario giapponese solo con la diffusione dei fumetti shota, verso la fine degli anni Ottanta. Benchè in patria questo genere avesse cominciato a spopolare, all'estero, come in America, venne al contrario vietata l'importazione di questa tipologia di fumetto. Da quel momento il paese del Sol Levante fu invaso di action figures, videogiochi e anime shota, come l'ormai famosissimo "Boku no Pico"; nacque inoltre la fiera annuale dello shotacon, lo Shotaket (ショタケット).
    Lo yaoi è entrato a far parte della sottocultura giovaline giapponese a tal punto da vedersi dedicati interi quartieri. In essi è possibile trovare piccoli e grandi negozi che trattano unicamente manga yaoi ed affini, cd, videogiochi, figures, DVD, cosplay e dōjinshi. Un esempio è la "Otome Road" (Ikebukuro, Tokyo), ribatezzata "Fujoshi Street".
    Cos'è una fujoshi? Tutti noi che leggiamo ogni giorno montagne di yaoi lo siamo, e anche tu, che hai in mano questo volume (si riferisce al vol. 2 di "Mi Vergogno Da Morire" n.d.Sky), probabilmente lo sarai. Il termine fujoshi (腐女子), infatti, significa letteralmente "ragazza marcia" e serve a indicare le fan dello yaoi. E' una parola che si usa tranquillamente tra le fan italiane ma attenzione ad usarla in Giappone, perchè lì è considerato un termine dispregiativo (come del resto la parola otaku), ed una ragazza che si definisce tale non è vista di buon occhio. Dalla parola fujoshi sono nate altre due categorie: kifujin (貴腐人, "nobili ragazze marce") e fudanshi (腐男子, "ragazzi marci").
    Le kifujin sono le fan dello yaoi che hanno superato da un po' il periodo in cui potevano essere chiamate "ragazze", ossia le donne adulte; i fudanshi, invece, sono il corrispettivo maschile delle fujoshi, ovvero i ragazzi che amano leggere manga yaoi e/o shōnen ai (e anche gli shōjo). Negli ultimi anni i termini fujoshi e fudanshi sono stati utilizzati anche per indicare gli otaku in generale: questi ultimi, però, se non sono fan dello yaoi non gradiscono. Insomma, prestate sempre moltissima attenzione a queste definizioni quando parlate con qualcuno del Paese del Sol Levante.
    A questo proposito è d'obbligo nominare la rappresentante delle fujioshi in Giappone, Yaoi-chan. Questa ragazza è la protagonista del noto film "Tonari no 801-chan: Fujoshiteki Kōkō Seikatsu" (となりの801ちゃん~腐女子的高校生活~, edito da Kodansha nel 2008); esso racchiude tutto ciò che identifica una fujoshi, dall'abitudine di vedere yaoi ovunque, alla lettura quotidiana di manga, delle fanfic e delle dōjinshi. Le dōjinshi comprendono tutti quei fumetti amatoriali, e spesso autoprodotti, che raccontano storie d'amore e non, con protagonisti celebri personaggi di manga, anime, film, serie tv e dello spettacolo. In Giappone la produzione di dōjinshi non è controllata né vietata dalla legge o da diritti di copyright (basti pensare alla quantità di dōjinshi che troviamo su Harry Potter, ad esempio), ed è grazie a questo genere di fumetto che sono venute alla luce mangaka oggi molto famose, come la Nitta, la Kodaka e le Clamp. Le dōjinshi sono nate contemporaneamente allo yaoi e corrispondono a ciò che gli americani chiamano slash fandom. Slash, infatti, è una parola molto usata tra le fan dello yaoi e proviene dal mondo delle fanfiction, o meglio, è proprio un genere di fanfiction che tratta di relazioni amorose tra i personaggi maschili di una data saga o storia. Al contrario di quanto si possa pensare, il termine non nasce in Giappone, ma in America, tra i fan di Star Trek: la coppia Kirk/Spock è stata probabilmente una delle prime ad essere, appunto, "slashate" e, se andiamo ancora indietro nel tempo, incontreremo addirittura slash fiction su Sherlock Holmes e Watson. Com'è evidente, il termine deriva appunto dal simbolo dello slash "\" interposto tra i nomi dei personaggi protagonisti della storia. Va anche detto che ci sono delle regole che ogni scrittrice di slash fiction è tenuta a rispettare, di cui una delle più importanti è quella che, nell'indicazione del pairing, ossia della coppia in questione, vuole che il primo nome abbia il ruolo di seme e il secondo di uke. Stessa cosa succede nelle dōjinshi: ad esempio, in una dōjinshi Sasuke x Naruto (in Giappone la "x" sostituisce lo "\") vedrà Sasuke nel ruolo del seme e Naruto nel ruolo dell'uke.

    Seme e uke sono i ruoli che i protagonisti indiscussi di ogni yaoi ricoprono, un po' come "l'attivo" e "il passivo" lo sono nelle storie gay occidentali. Si definisce seme (trad. "assalitore", 攻め o せめ) colui che ricopre un ruolo attivo nella coppia e nella relazione sessuale. Solitamente si tratta di un ragazzo bellissimo, intelligente, possessivo e più che protettivo nei confronti del compagno, ed è facile riconoscerlo anche dal punto di vista "grafico", in quanto viene sempre rappresentato con dei lineamenti più mascolini, alto e forte. L'uke ("ricevitore", 受け), invece, non può che essere la controparte passiva della coppia: sarà delicato, gracile e bassino, spesso timido ed impacciato nelle relazioni, dagli atteggiamenti effeminati, e verrà disegnato con tratti molto femminili (tanto che a volte si fa fatica a distinguerlo da una ragazza!). Questi comportamenti vengono identificati con le etichette "S" e "M", che stanno rispettivamente per Sadico e Masochista. Attenzione però, perchè in Giappone questi due termini non sono usati nella loro accezione più stretta, ma indicano due situazioni precise: sono S le persone con un carattere dominante (nella vita e nella relazione di coppia), provocatorio, egocentrico, vanitoso ed amanti del comando, invece gli M sono timidi, riservati, insicuri, e spesso adorano ricevere ordini, anche se non lo ammettono. Queste categorie, però, non sono esclusive e vincolanti: possiamo trovare dei seme con caratteristiche da M e uke con caratteristiche da S. Queste, chiaramente, sono solo caratteristiche comportamentali, un uke può essere sensuale e provocante e mantenere comunque le caratteristiche fisiche femminili ed eleganti che lo contraddistinguono. La distinzione tra seme e uke, quindi, non riguarda solo l'aspetto sessuale, ma principalmente il carattere e la fisicità del personaggio. A volte può capitare che, al momento dell'atto sessuale, i ruoli vengano invertiti, dando vita al riba, リバ (dalla parola inglese "reversible", reversibile) ovvero quando il seme diventa passivo e l'uke attivo. Prendiamo come esempio Iwaki e Kato di Haru wo Date Ita, il primo viziato, capriccioso ed insicuro, il secondo invece sicuro di sè, forte e protettivo: si capisce subito chi dei due è l'uke, benchè durante il sesso entrambi ricoprano un ruolo attivo. Sono davvero rari i casi in cui l'uke ed il seme ricoprono il ruolo solo a letto, e solitamente accade quando si parla di hard yaoi, dove entrambi i protagonisti vengono disegnati in maniera molto maschile. In ogni caso nello yaoi il seme/i> e l'<i>uke si completano a vicenda.
    In Italia, purtroppo, non sono stati pubblicati molti yaoi, ma quei pochi che esistono sono da considerare titoli degni di nota, soprattutto dal punto di vista grafico. Abbiamo la possibilità di leggere uno dei capolavori dell'ormai famosissima Ayano Yamane (やまね あやの): "You're My Love Prize in Viewfinder" (ファインダーの標的), che vede protagonista lo yakuza Asami ed il giovane fotografo Aki, che ritroviamo coinvolti in una delle scene più famose di tutti gli yaoi: come uno yakuza sa punire un piccolo fotografo usando solo una banale rullino fotografico. Questa autrice ha ormai raggiunto una fama mondiale, non solo grazie alla saga di "Finder", ma anche alle numerose dōjinshi da lei disegnate; sono introvabili e di immenso valore le dōjinshi di Slam Dunk che hanno dato il via alla carriera di questa disegnatrice. Ricordiamo anche Haruka Minami o Kazuka Minami (usa di solito due nomi per differenziare i suoi fumetti), autrice di "Immoral Lovesickness", la quale caratterizza le sue storie con personaggi disegnati in maniera molto infantile e trame lineari e spinte; anche la Minami ha iniziato disegnando dōjinshi, in particolare della serie "Zetsuai"/"Bronze"; il suo portfolio, però, comprende persino manga shōjo e shōjo ai (manga che parlano di amore tra ragazze), comprese delle dōjinshi di Sailor Moon.
    Menzione d'onore va fatta al primo shōnen ai pubblicato in Italia: "New York New York" (ニューヨーク●ニューヨーク). Questo meraviglioso manga di Marimo Ragawa racconta la storia di Kain Walker e Mel Frederics ed è ambientato nella Grande Mela. Il suo punto di forza, a nostro parere, è l'attualità dei temi trattati. Mel è un poliziotto omosessuale che nasconde ad amici e parenti le proprie inclinazioni e, come nel più classico degli stereotipi, conosce Kain in un gay bar. Da qui, fino alla fine del racconto, seguiremo l'evolversi della loro intricata storia d'amore, costellata di tragedie e disavventure (chiaramente!), che terminano in un classico finale strappalacrime. Per tutta la durata della storia, benchè molte cose possano risultare assurde, vengono affrontati parecchi temi ostici ed attuali che riguardano il mondo gay, come l'omosessualità vista come un male della società, l'aids, il coming out, i problemi sul luogo di lavoro, la droga, la prostituzione, il matrimonio e addirittura l'adozione, ed è forse per questo che questa storia piace così tanto, perchè fa riflettere su tematiche scottanti, pur mantenendo i canoni dello shōnen ai: una storia che tra una scena dolce e l'altra tra i due protagonisti, ti fa riflettere. Consigliamo questo manga a tutti quanti, sia fan dello yaoi che non. Aggiungiamo una piccola curiosità: dopo esserci consultate con altre yaoiste, siamo giunte alla conclusione che Mel Frederics è l'uke più sfigato della storia! E se volete sapere il perchè, dovrete leggere "New York New York"!

    Lo yaoi non si limita solo ai manga: come accade per ogni prodotto o moda di successo in Giappone, è un mercato molto più vasto, che comprende anime, film, drama, videogiochi, gadget e cosplay. Vorremmo parlare in breve di ognuno di questi. Il discorso sugli anime è ampio e articolato, in quanto esistono innumerevoli shōnen ai, yaoi o presunti tali, quindi cercheremo di essere il più precise ed esaurienti possibile. L'anime più famoso, quello che può considerarsi per tutte le fujoshi l'iniziazione al mondo dello yaoi, è "Gravitation" (グラビテーション). Come capita spesso, è nato in seguito al manga di Maki Murakumi, e tratta la storia di un giovane, Shuichi Shindou, alle prese con la sua ambizione di sfondare nel mondo della musica e della sua lotta per conquistare il cuore di Eiri Yuki, un romanziere cinico e freddo. "Gravitation" venne concepito inizialmente come uno yaoi, ma la casa editrice non diede il permesso alla Murakami di inserirvi scene di sesso e venne quindi trasformato in uno shōnen ai. Ciononostante la Murakami non si scoraggiò e disegnò per la nostra gioia una serie di dōjinshi nelle quali diede libero sfogo alle sue idee originarie. La serie animata venne in ogni caso accolta con molto entusiasmo, ed ebbe un successo che continua sino ad oggi, dovuto in parte anche alla colonna sonora, allegra ed elettrizzante, adatta al ruolo di cantante del protagonista. Nel panorama degli anime potremmo citare ancora dei classici come "Il poema del vento e degli alberi" (風と木の詩, "Kaze to Ki no Uta"), datato 1987, ambientato nella Francia del 1880 in un collegio maschile, sfondo della tormentata storia di Serge, che comincia a provare attrazione per il bellissimo e popolare compagno di stanza, Gilbert, o ancora "Il cuneo dell'amore" (愛の楔, "Ai no Kusabi"), uno dei pochi yaoi tratti da un romanzo di ambientazione futuristica e fantascientifica, ma con una storia forte, fatta di padroni e anelli del potere, vicende tragiche e violente.
    Come accennato all'inizio, oltre agli anime esplicitamente yaoi e shōnen ai, ne esistono molti altri, di altri generi, che si prestano esplicitamente o meno allo slash delle fan e diventano dei veri e propri cult nel genere. In qualsiasi situazione quindi, si cerca (e trova) il modo di rendere il più yaoi possibile un prodotto che di per sé si presta, così da attirare anche la grande fetta di pubblico delle fujoshi. Il modo migliore per raggiungere tale obbiettivo è il fanservice, termine che indica scene superflue, create unicamente per il piacere del lettore (come non ricordare la famosa puntata di "Excel Saga" dedicata unicamente al fanservice ed ambientata in una piscina). Dal punto di vista dello yaoi, mestre del fanservice nei manga sono le CLAMP ("Lawful Drugstore" tra i vari); ne sono costellati anche gli shōnen manga: in "Naruto" è un classico la scena del bacio tra il protagonista e Sasuke nel primo volume, o in "Saint Seiya" Shun riscalda tra le sue braccia Hyoga.
    Il fanservice yaoi non manca neppure nel mondo dello spettacolo e della musica. Nel jrock e nel visual kei (un genere musicale che si ispira al glam rock) è all'ordine del giorno; allo stesso modo tra gli idol Jpop tale atteggiamento è quasi una strategia di marketing, volta ad attirare il maggior numero di fan. I fanservice possono limitarsi ad abbracci e sorrisi, o a spingersi in baci più o meno casti (tra i più famosi, quello di Daigo e Miyavi o quello di due membri del gruppo Fatima). Gli artisti giocano sul fanservice anche nei loro blog, raccontando momenti privati trascorsi con qualcuno del proprio gruppo o di altri, così che le fan possano poi fantasticarci sopra. Le fanfic yaoi proprio su queste celebrità stanno ultimamente affollando i forum.
    E' impossibile evitare il discorso dei gadget e del merchandising. Chi non è mai stato in Giappone forse non sa che esistono gadget di qualsiasi cosa, persino della metropolitana! I giapponesi creano oggettistica di ogni genere su ciò che va più di moda in un dato momento e riescono ad inventare cose assolutamente inutili e graziose o altre apparentemente impensabili. Ciò vale anche per il modo dello yaoi Avete presente l'anime di "Boku no sexual harassment"? Chi ha avuto il piacere di vederlo di sicuro si ricorda della pannocchia con la quale il protagonista si vendica del malcapitato di turno che ha fatto violenza sul suo uke, usandola, diciamo, non proprio come alimento! Nel Paese del Sol Levante proprio di quella pannocchia esiste il vibratore, che porta il marchio di "Boku no sexual harassment", con tanto di foto dei due personaggi sulla confezione. E' un prodotto venduto tra i gadget per donne e non è che un esempio di una lunga serie.
    A volte succede invece che i manga ed i gadget siano realizzati solo dopo il successo di un film o di un anime. E' il caso di uno dei film yaoi per eccellenza, Boys Love. Attirando l'attenzione del pubblico con la battuta iniziale: "Tutto quello che abbiamo fatto è stato amarci, ma... il nostro amore è proibito. Perchè questo è 'peccato'?", Boys Love vanta ora due film, un manga ed un romanzo, oltre a cd e gadget di ogni genere, quali photobook e cartoline. Il primo lungometraggio esce per la prima volta nelle sale cinematografiche nel 2006 interpretato da Takumi Saito nel ruolo del modello Noeru Kisaragi, e Yoshikazu Kotani nella parte del giornalista Taishin Mamiya, e diretto da Kotare Terauchi. "Boys Love Theatrical Edition" esce a un solo anno di distanza dal primo, con storia e cast completamente cambiati, fatta eccezione di Yoshizaku Kotani. Un'altra serie di film importanti dedicati al BL è quella di Takumi-kun, tratta dall'omonimo manga di Ooya Kazumi. In tre film si narra della storia d'amore del giovane Takumi e del suo compagno di stanza Gee (o Gie). La serie è composta da "Takumi-kun series Soshite Harukaze ni Sasayaite", "Takumi-kun series Niji iro no Garasu" e "Takumi-kun series Bibou no Detail", tutti usciti tra il 2008 ed inizio 2010.

    La passione delle ragazze verso tutto ciò che è yaoi ha fatto nascere e crescere in rete, nel mondo della musica e della tv diverse mode legate all'amore omosessuale.
    Nel mondo di Internet c'è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede, i GDR yaoi. Per gdr si parla di "giochi di ruolo", in cui si possono interpretare personaggi di fantasia o realmente esistenti, o provenienti da anime e manga. Per giocare tutto quello che occorre è un programma di messaggistica del tipo Mirc o Msn (ma si trovano giochi anche sui forum protetti e sui blog), tanta fantasia e una trama avvincente: quel che resta è di recitare virtualmente la parte del proprio personaggio, in quelle che sono vere e proprie fanfiction scritte a più mani. I GDR yaoi sono diffusissimi sia in Italia che in America e hanno come scopo principale quello di vedere in qualche modo realizzati i propri desideri di fujoshi. I temi sono i più vari: passiamo dai classici giochi nei quali si sfrutta l'ambientazione di un dato manga, anime o film, come ad esempio i popolarissimi gdr su Harry Potter o Naruto, fino ad arrivare a delle vere e proprie storie inventate di sana pianta dalle autrici. Ci sono GDR di ambientazione puramente storica, in cui ci si diverte impersonando i Samurai della Shinsengumi, o dei militari del periodo nazista, ma anche quelli sui vampiri (potevano mancare?), quelli medievali o fantascientifici. Parlando di GDR, a differenza del resto, si può generalizzare e parlare di cose che non sono strettamente legate allo yaoi, che non vengono dal Giappone ma che sono frutto della cultura occidentale, come Harry Potter o le Cronache dei Vampiri di Anne Rice, semplicemente perchè tutte queste serie vengono rilette nell'ottica dello yaoi e i personaggi vengono "giocati" con i canoni tipici del genere, diventando gli uke e i seme del caso.
    Volevamo, infine, accennare alla scoperta più recente tra le fujoshi, i J-porn. Si tratta di veri e propri film porno gay per ragazze, confezionati ispirandosi del tutto al genere yaoi. Le case più famose sono due: Coat West e Go Guy Plus. La prima ha raggiunto un enorme successo grazie soprattutto agli attori che, con il loro carisma ed i loro intrecci amorosi, hanno conquistato il cuore delle ragazze, ossia Hikaru, Sho e Nagi. Questi tre, oltre ad aver recitato in numerosi film separatamente, sono i protagonisti di una serie di 5 film chiamata "Luxe", che vede Hikaru al centro di un triangolo amoroso. Le vicende riguardanti la presunta relazione tra i personaggi/attori non si limitano solo ai film, ma troviamo interviste in cui si fanno dichiarazioni d'amore a vicenda, backstage dove si scambiano effusioni e foto nei blog personali che li ritraggono abbracciati. Grazie a tutto ciò le fan si erano talmente tanto affezionate alla coppia ShoxHikaru che per un lunghissimo periodo il web pullulava di fanfic di ogni genere su di loro, anche dopo l'abbandono dell'agenzia da parte di Hikaru. Durante la relizzazione della serie Luxe sono stati organizzati anche incontri con il cast ed il 90% del pubblico presente era femminile: basta questo dato per capire che la Coat West ha sfruttato i sogni delle fujoshi di avere lo yaoi non solo in versione cartacea o animata, ma anche con attori in carne ed ossa.
    Dopo l'abbandono di Hikaru, seguito a distanza di un anno da quello di Sho, la popolarità della Coat West iniziò a calare, rimpiazzata dalla Go Guy Plus.
    Questa etichetta si concentra di più sull'aspetto degli attori che sulle storie: tutti i ragazzi dei loro film sembrano usciti dai manga della Minami Haruka, minuti, innocenti e dai lineamenti femminei. Le trame sono inconsistenti, banali pretesti per delle scene hard. Ciò non significa che in Giappone non esistano porno gay destinati ad un pubblico omosessuale: essi, al contrario, sono numerosi, prodotti anche dalle due case suddette; vogliamo solo mettere in luce come ci sia un piccola fetta di produzioni create apposta per le fujoshi e vendute senza problemi nei negozi di articoli yaoi.

    In conclusione, al quesito riguardo le ragioni della loro grande passione per il genere yaoi, le ragazze dello Yaoi Club di Roma ci hanno dato delle risposte molto interessanti:
    "Bei ragazzi, tanto love love, tante cose sconce, personaggi sempre interessanti, storie curate (pucce poi), poi insomma diciamocelo, anche se non lo ammettono, ogni donna ama vedere due uomini in situazioni da "più che amici" [...]" -sarazaretta-
    "Come ad ogni essere umano attratto dal sesso opposto, fa piacere vedere due individui dello stesso sesso in azione. [...] Aggiungiamoci il fatto che, nella stragrande maggioranza dei casi, l'emento femminile è odioso e disturbante, questo spinge molte ragazze a preferire le storie dove sì, la storia d'amore c'è, ma preferibilmente senza l'elemento femminile che altrimenti la renderebbe sgradevole e sdolcinata. E poi, per finire, dato che è nel dna delle donne romanzare e farsi film mentali, l'elemento della 'relazione proibita' attira tantissimo, sia nelle coppie etero che in quelle omo. [...] -Prot0plasm-
    Condividiamo tutto quello che hanno detto queste due lettrici. Le storie yaoi sono del tutto idealizzate; essendo i personaggi due bei ragazzi, esse vanno a stimolare le fantasie di qualsiasi donna, facendo impazzire le ragazze. Mancando, inoltre, la componente femminile, viene a mancare anche quella sorta di "identificazione" nel personaggio che si può avere negli shōjo e che spesso ci porta ad odiare i comportamenti assurdi, infantili e isterici delle protagoniste stesse. I ragazzi degli yaoi, diciamoci la verità, non esistono e non esisteranno mai, ed è per questo che molto spesso (o sempre) rispecchiano ideali di uomini o ragazzi perfetti, che con i loro caratteri dolci e protettivi, la loro bellezza e i loro modi di fare, diventano protagonisti di storie d'amore avvincenti e interessanti.
    Speriamo che abbiate trovato queste poche righe degne di attenzione e divertenti, ed anche di poter scrivere ancora su nuovi volumi yaoi. Abbiamo così tante cose da dire!
    [...] (Seguono auguri di buona lettura ndSky).


    The end. **

    Kupò.

    Edited by Sky Eventide - 12/5/2010, 22:43
     
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    yamete, oshiri ga itai

    stupenda questa X°°°°D

    E pensare che c'è l'ho in casa quel manga e non ho letto l'articolo, per quanto riguarda lo slah, io lo sempre usato nei parring, nel senso che prima metto sempre il seme e dopo l'uke. Avevo già notato questa cosa nelle varie robe che ho letto.

    Grazie Sky, hai fatto benissimo a riportare quest'articolo. ^___^
     
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    Domani trascrivo anche il resto. **

    Kupò.
     
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  4. ~ luna d'ottone ~
     
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    Davvero interessante, non conoscevo l'origine della parola "yaoi". E non sapevo che le CLAMP hanno iniziato con le doujinshi, chissà come erano *curiosa*
     
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    EH, anche io sono curiosa. *ç*

    Aggiornato con un altro pezzetto, parte dallo stacco di un rigo. **

    Kupò.
     
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    Molto interessante quest'articolo. ** Brava Sky che l'ha reso noto! ^^

    New York, New York è bellissimo... ç.ç
    E' stato il mio primo manga Shonen ai... quando facevo le superiori e nemmeno sapevo cosa fosse lo Shonen ai... ^^'''
    E sì, Mel Frederics è l'uke più sfigato di cui abbia memoria! X°°°D E così sfigato che ad una certa cominci a ridere per non piangere... o.o
     
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  7. ~ luna d'ottone ~
     
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    Io l'avevo avuto tra le mani quando era uscito ma non mi piacevano i disegni e l'ho rimesso sullo scaffale... dannazione >.<
     
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    Io lo voglio comprare New York New York. ** Comunque.

    Aggiornato nuovamente, sempre dallo stacco di rigo.

    Kupò.
     
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  9. ~ luna d'ottone ~
     
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    Ho appena finito di vedermi la nona puntata di gravitation (ebbene sì, ero una delle poche al mondo che ancora non lo aveva guardato) e sul forum mi trovo l'aggiornamento in cui lo citano XD In effetti un paio di scene piccanti ci stavano tutte, che cavolo >.>
    Non conoscevo "Boku no sexual harassment" ma ora devo vederlo assolutamente XD
     
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  10. StoryGirl
     
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    Waaah, io ce l'ho questo manga, mi leggerò l'articolo direttamente da lì x°DD-
     
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    Hasu
    "New York New York" è ormai quasi introvabile, conviene guardare alle fiere o su ebay. ù.ù
     
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    SchedaCassetta

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    Io ora voglio comprarlo New York New York. çOç

    Fatto il penultimo aggiornamento, il prossimo è quello conclusivo. **

    Kupò.
     
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  13. StoryGirl
     
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    Anche io vorrei dare un'occhiata a quel manga, questo articolo mi ha incuriosito fin troppo.
     
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  14. ~ luna d'ottone ~
     
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    La parte sul gdr è interessante anche se non dice nulla di nuovo, però quello che segue... cioè... non sapevo che esistessero i J-porn °_°"
     
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  15. StoryGirl
     
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    *rotola*
    Io sì X°DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD.

    Anche se non ne ho ancora visto uno.
    Dovrei rimediare prima o poi XDDDD.
     
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16 replies since 8/5/2010, 21:51   874 views
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